Come affrontare un mostro: PANICO!

Paziente: “Dottore, ieri ero lì a tavola con gli amici e di colpo ho sentito quella sensazione di stretta allo stomaco, mi sono spaventato e ho iniziato subito a pensare “ecco, sta arrivando un attacco di panico improvviso!” da lì mi sono agitato, il cuore batteva forte, sudavo, avevo paura di stare male e di fare una figuraccia…”.

Terapeuta: “È un po’ come se di colpo tu avessi sentito che stava per arrivare un mostro!”

Paziente: “esatto! E non sapevo cosa fare…ero lì come in balia, travolto da quello che sentivo…”

Terapeuta: “Certo che ti faceva paura quello che sentivi, i mostri ci fanno paura, soprattutto se non li conosciamo e non sappiamo come sono fatti…”

 

Dopo questo breve stralcio di seduta, è doverosa una premessa prima di proseguire: per quanto mi riguarda, la cura per gli attacchi di panico risiede nel significarli, ovvero, nel comprendere quello che ci stanno comunicando, decifrando il messaggio nascosto che veicolano. Una volta compreso quel messaggio è  poi possibile apportare alla nostra vita i cambiamenti che la parte più profonda di noi stessi ci sta richiedendo (e a cui prima resistevamo dal dare ascolto).

Detto questo, guardiamo ora a come possiamo porci davanti a questo mostro/panico.

Intanto possiamo dire che un attacco di panico è un momento di ansia intensa che raggiunge un picco molto alto, in grado di  coinvolgere tutto il nostro organismo: il corpo va in allarme e si attiva fisiologicamente (alterazione della respirazione, del battito cardiaco, della tensione muscolare, ecc…), i pensieri (spesso catastrofici) sfuggono al nostro controllo, le emozioni sono come un fiume in piena che straborda da tutte le parti e gli impulsi all’azione sono spesso legati al bisogno di scappare alla ricerca di una via d’uscita.

Tutti questi elementi che compongono l’esperienza panica sono quindi in fin dei conti riconducibili alle quattro categorie: pensieri – sensazioni fisiche – emozioni – impulsi all’azione.

Quando questi elementi si combinano danno vita a quello che può apparirci, appunto, come un mostro. Ma cosa succederebbe se noi fossimo in grado di guardare a questo mostro suddividendolo nei suoi singoli elementi costitutivi?

Beh, se è vero che l’insieme è più della somma dei singoli elementi; è vero anche il contrario, cioè, che i singoli elementi, presi uno ad uno, sono meno della totalità rappresentata dall’insieme.

E cosa accadrebbe se riuscissimo ad osservare quello che assemblato sembra un mostro, scomponendolo nei suoi elementi costitutivi? Credo che a quel punto ci troveremmo davanti semplicemente a: pensieri – sensazioni fisiche – emozioni – impulsi all’azione, e non più ad un mostro.

Adesso immaginiamo che il nostro mostro/panico sia fatto di Lego; vederlo tutto unito potrebbe renderlo davvero spaventoso.

Ma iniziare a smontarlo, suddividendo i mattoncini che lo compongono, raggruppandoli per colore, potrebbe cambiare di molto la nostra percezione di minaccia. Ad esempio: mettiamo che i pensieri catastrofici siano i mattoncini neri, le sensazioni fisiche di tensione quelli gialli, le emozioni dilaganti quelli rossi e gli impulsi all’azione quelli arancioni; una volta smontato nei suoi elementi costitutivi, ci troveremmo di fronte solamente a quattro mucchietti di mattoncini colorati; e quattro mucchietti di mattoncini colorati  fanno molta meno paura di un mostro! In fin dei conti, i pensieri sono solo pensieri, le emozioni solo emozioni, le sensazioni fisiche solo sensazioni fisiche, gli impulsi all’azione solo impulsi all’azione; nulla di più.

Quindi, assodato che credo sia fondamentale capire perché il “mostro” viene a trovarci, una volta che lo sentiamo arrivare possiamo dargli il benvenuto e iniziare ad osservarlo nei suoi elementi costitutivi. In terapia ci sono diversi metodi per imparare ad osservare in questo modo, è un’abilità che si apprende con un certo allenamento. Questo modo di osservare ciò che ci accade e ciò che abbiamo di fronte ha l’effetto di smontare il nostro mostro e, non solo, con quei mucchietti di lego potremo poi anche costruirci qualcosa di creativo. Buono smontaggio!