Tratto da un recente scambio in studio:
(un frammento di dialogo tra simbolo e realtà)
Paziente: Dottore i sintomi continuano ad esserci, va bene parlare di me, delle mie emozioni, della mia famiglia, della mia infanzia, ma a me serve che i sintomi se ne vadano! altrimenti non riesco a fare nulla!
Terapeuta: Ah, e così vuole scacciare questi sintomi…beh, lo capisco, non è piacevole sentirsi così invasi dall’ansia e dal panico…Ora vorrei proporle un immagine: è come se lei avessi un bellissimo giardino, ma non potesse goderne perché è invaso dalle zanzare e dalle mosche, basta uscire un attimo per essere immediatamente punto e tormentato. E questa cosa è diventata così frustrante per lei che, oramai, le zanzare e le mosche sono diventate la sua ossessione, vede sole quelle, ne ha talmente paura che non esce quasi più in giardino; e si vede, è parecchio trascurato…A volte si è armato di coraggio e, con tanto di scaccia-insetti elettrico e retino, ha cercato di combatterle, annientarle, sterminarle. Di primo acchito questo sembrava funzionare, ma poi, immancabilmente, si è reso conto che era al punto di partenza, anzi, si ritrovava anche più stanco, arrabbiato e rassegnato.
P: Non capisco dottore, cosa vorrebbe dire con questa immagine?
T: Voglio dire che le mosche e le zanzare sono come i suoi sintomi, e il giardino è la sua vita…ma voglio anche aggiungere un’altra cosa: e se il punto non fosse lì? Se avesse più a che fare con il suo giardino, anzichè con gli insetti che lo infestano? Se il punto, al contrario, fosse iniziare a distogliere il pensiero e l’attenzione dalle zanzare e dalle mosche e porlo, invece, sul suo giardino?
P: “Sul giardino?! E che senso avrebbe?! Il mio problema sono le zanzare (i sintomi), non il giardino (la mia vita)!”
T: È sicuro che la causa del suo problema siano le zanzare e le mosche? Non potrebbero, invece, essere queste semplicemente l’effetto di un altro problema che sta a monte?
P: Non capisco…
T: Sa, le zanzare sono attratte dagli specchi d’acqua stagnante… e le mosche, tra le altre cose, dagli escrementi. C’è qualcosa di simile a questo nel suo giardino?
P: Beh si, essendo così poco piacevole stare in giardino, non vado quasi mai a raccogliere i bisogni del mio cane, se non nel primo pezzetto di prato, quello visibile a tutti…poi, sempre un po’più in là, c’è anche una vecchia vasca che nei giorni di pioggia raccoglie l’acqua piovana…inoltre, c’è anche qualche sottovaso, anch’esso spesso ricolmo d’acqua piovana…
T: Ah…e cosa crede che accadesse se si prendesse cura del suo giardino, magari iniziando a ripulirlo da escrementi e specchi d’acqua stagnante?
P: Beh, effettivamente…però io non voglio uscire a pulirlo e a curarlo, è faticoso e sicuramente verrò tormentato dagli insetti!
T: Questo è vero, ma lei, è disposto a fare un po’ di fatica e a provare un po’ di disagio?
P: Beh se può servire poi a qualcosa…e se lei mi aiuta, si…
T: Certo, iniziamo con un passo alla volta; partiamo col domandarci: quali sono, nella mia vita, gli specchi d’acqua stagnate?
Continua…