Desidero ergo sum. (Sull’importanza di desiderare e considerare)

L’origine della parola “desiderio” è molto affascinante, deriva dal latino ed è composta dalla preposizione “de“, che in latino ha sempre un’accezione negativa, e dal termine “sidus” che significa “stella”.

Desiderare significa, quindi, letteralmente, “mancanza di stelle”, nel senso di “avvertire la mancanza delle stelle”, intesa come percezione di una mancanza interna dalla quale scaturisce poi un sentimento che potremmo definire di ricerca appassionata.

Questo significa che in assenza di mancanza non si ha presenza di desiderio

Il legame tra il desiderio e le stelle è facilmente rintracciabile nella nostra cultura e nella storia dell’uomo. Ancora oggi, infatti, quando si dice: “Esprimi un desiderio!”, secondo alcune leggende popolari, lo si fa rivolgendo lo sguardo proprio alle stelle, e anche quando ci capita di vedere una stella cadente è usanza molto diffusa esprimere un desiderio.

Nell’antichità l’uomo si è sempre orientato e spostato guardando le stelle e, se in mare aperto, durante la navigazione notturna, le nuvole ne oscuravano la visione, la mancanza di stelle faceva sì che i navigatori le desiderassero. Non solo: in assenza di stelle, ai navigatori non rimaneva altro che “scrutare” dentro se stessi i sentimenti della speranza e dell’attesa.

La mancanza di stelle rimanda quindi ad una mancanza di riferimenti già dati, concreti e luminosi come le stelle o i fari; una mancanza che costringe l’uomo a volgere l’attenzione dal “fuori di sé” (il cielo) al “dentro di sé” (la sua psiche/anima) e a trovare nei propri valori, bisogni e desideri la direzione per le sue scelte. Potremmo quindi dire che, in un certo senso, il desiderio annulla l’enorme distanza tra noi e le stelle, rappresentando così una delle forme massime di trascendenza dall’umano al divino.

Voglio ora portare brevemente l’attenzione sul verbo “con-siderare” che viene ritenuto come l’opposto di “de-siderare”. “Con-sidero” viene infatti abitualmente inteso come “andare contro le stelle”: un movimento eretico, necessario all’individuazione, che rappresenta un passaggio esistenziale/evolutivo necessario all’auto-realizzazione dell’uomo, al suo divenire pienamente se stesso.

Assodato che “andare contro le stelle”, così inteso, è di vitale importanza (perché per essere fedeli al nostro desiderio abbiamo bisogno anche del coraggio e dell’audacia eretica di tradire il desiderio dell’altro) vorrei ora concentrarmi su un significato differente di “Con-sidero”.

“Considero” può infatti significare anche “stare con le stelle”, nel senso di accettare lo stato di fatto, ciò che le stelle ci hanno dato; “Con-siderare” significa in questo senso “essere in accordo con le stelle”.

Perché per noi è importante anche “con-siderare” e non solo “de-siederare”?

Perché se è vero che, in assenza di stelle, “scrutando” il nostro animo, possiamo trovare la nostra personale direzione esistenziale (attraverso il contatto con i nostri valori, bisogni e desideri, dai quali poi derivano le nostre scelte) e se è vero che così facendo noi diveniamo attori attivi nella creazione del nostro destino; è vero anche che, del nostro destino, possiamo potenzialmente crearne solo una parte (che comunque non è poco).

E l’altra parte?

L’altra parte non dipende da noi, è quella che ha a che fare con tutti gli eventi che sono al di fuori dal nostro controllo, è rappresentata da quella sottile e misteriosa linea destinale che bypassa nettamente la nostra volontà e il nostro libero arbitrio. Ed è proprio lì che la capacità di “con-siderare” intesa come capacità di essere in accordo con le stelle diviene un assetto esistenziale in grado di fare la differenza nella nostra vita; rappresenta infatti la capacità di accettare e accogliere di buon grado tutto ciò che la vita ci offre, ma anche tutto ciò che ci nega o ci toglie.

Abbiamo bisogno di mancanza di stelle” per desiderare, di andare contro le stelle” per individuarci e di stare con le stelle” per accogliere la nostra vita così com’è.

E forse è proprio qui, nella fluida alternanza tra “de-siderare” e “con-siderare”, che il gioco della nostra vita ha la possibilità di trovare la sua più viva, piena e creativa espressione.