Mi dai un buon motivo per cui meditare?

Nell’ articolo precedente ho descritto l’uovo di Assaggioli (per chi non l’avesse letto e fosse interessato, ecco il link). In relazione a questa figura che ci serve come mappa della nostra personalità, sapendo naturalmente la mappa non è il territorio, vediamo ora in che modo la meditazione può essere per noi un elemento molto potente per il nostro benessere.

Semplificando, nell’articolo precedente abbiamo detto che:

  • la zona centrale dell’uovo corrisponde all’area dell’Io, ovvero alla nostra parte cosciente (Io Centrale)
  • la parte inferiore corrisponde all’area dell’inconscio, ovvero a tutto ciò che al di fuori dalla nostra consapevolezza (Inconscio Profondo)
  • la parte superiore corrisponde all’area del Superconscio o Inconscio Superiore (Sé Superiore)

All’interno dell’inconscio profondo risiedono tutte le nostre parti frammentate, quelle che possiamo chiamare sub-personalità, ad esempio: possiamo trovare una nostra parte ansiosa e paurosa, una terribilmente arrabbiata, una perfezionista, una passiva e sottomessa, una presuntuosa, e arrogante e così via.

Queste parti si sono formate nel tempo conseguentemente alle esperienze che abbiamo vissuto, in particolare esperienze traumatiche che hanno determinato una frammentazione interna (il discorso è ampio, qui basti tenere in considerazione che il trauma ha un effetto separativo al nostro interno).

Sempre semplificando, potremmo dire che noi soffriamo quando queste parti spingono in direzioni opposte, quando sono in guerra e determinano per l’Io un notevole dispendio di energie, e ancora di più quando una o più di queste parti salgono nell’area dell’Io e si mettono al governo della nostra persona. In questo modo l’Io (il nostro centro di volontà cosciente) non è più padrone in casa propria e noi diventiamo come marionette mosse e agite da queste sub-personalità che sono al di fuori dalla nostra consapevolezza. Questo è vero fintanto, appunto, che queste parti rimangono sommerse, quindi al di fuori dalla coscienza.

Un lavoro psicoterapeutico profondo si pone infatti l’obiettivo (che può essere più o meno diretto a seconda delle circostanze) di prendere consapevolezza di queste parti e dei loro schemi emotivo/comportamentali, per poi integrarle armoniosamente nella totalità della persona, anziché esserne dominati inconsciamente.

Per fare ciò, diventa di grandissima importanza riuscire a prendere le distanze dal nostro abituale funzionamento automatico e riuscire ad accedere ad un livello più alto dal quale il panorama si allarga: un punto da cui poter osservare, comprendere, e far nascere poi un agire che sia sostenuto dalla nostra volontà, dal nostro desiderio, dai nostri valori e non dalle parti frammentate di noi di cui non abbiamo contezza o alle quali siamo sottomessi.

Qui la meditazione ci viene molto in aiuto (pur non essendo l’unica via) in quanto, facilitando la disidentificazione dai nostri contenuti interni (quindi anche dalle subpersonalità, oltre che da emozioni, pensieri e sensazioni) e incrementando in noi la prospettiva di osservatori del nostro panorama interiore, ci da la possibilità di accedere all’area dell’inconscio superiore, di accedere al nostro Sé superiore (che è quella parte di noi che rimane immutata, stabile e in pace a prescindere dagli accadimenti esterni).

Da quella distanza e da quell’altezza è possibile non reagire come se fossimo dei robottini programmati dai condizionamenti e dalle sub-personalità, ma agire come esseri umani integri, liberi interiormente, e quindi realmente in grado di scegliere. Potremmo quindi dire che con la meditazione abbiamo la possibilità di sperimentare uno stato di coscienza altro, più ampio, incontaminato, pacifico e unificatore del dentro e del fuori. Attraverso la meditazione possiamo fare esperienza di questo stato di coscienza e, con una pratica costante, possiamo rendere questo stato allargato sempre più accessibile a noi anche al di fuori dai momenti in cui meditiamo. Alla lunga potrà infatti diventare una sorta di assetto psicologico/esistenziale, un prospettiva altra da cui vivere le nostre esperienze e la nostra vita.

Questo è uno dei grandi benefici che la meditazione può portare nella nostra vita e uno dei motivi per cui spesso la utilizzo, oltre che nella mia quotidianità, anche in terapia.

Mi auguro di avervi dato un buon motivo per cui meditare (o per lo meno per meditarci su!).